Gli insetti: c’è chi li ama e chi, a prescindere dalla buona volontà, non riesce a fare a meno di detestarli. Sarà qualcosa nel loro aspetto così strano, o soltanto un’atavica ed incontrollabile associazione mentale a tutto ciò che è sporco e che è meglio non toccare. O, forse, sarà a causa del loro abitare il sottosuolo o della loro straordinaria abilità nel nascondersi negli angoli più remoti delle nostre case, quelli, magari, dimenticati dalla fretta e dall’aspirapolvere.. Saranno un’enormità di fattori, ma gli insetti esulano dalla comfort zone (o dal concetto comune e condiviso di comfort food!) di noi abitanti del Vecchio Continente. Cibarsene, poi? Ecco che arrivano i primi violenti brividi lungo la schiena e quello strano tremore che ci fa immediatamente comprendere che no, non siamo a nostro agio con questa “idea”.
Eppure l’80% della popolazione umana mangia insetti abitualmente (e non perché non abbiano la possibilità di procurarsi altro cibo, quanto perché li trovano semplicemente deliziosi!), e celeberrimi chef nostrani li ha resi protagonisti delle proprie “opere d’arte” (anche il re dei Masterchef, Carlo Cracco, ha reso loro omaggio.. per Wired, qualche anno fa – clicca qui per l’articolo). Proprio Cracco, alla domanda “qual è il modo migliore per superare il tabù culturale del mangiare insetti?” sostiene che sia solamente una questione di tempo: ed ha proprio ragione.