Questa settimana, sul blog di Edo, abbiamo deciso di parlare di pasta. La nostra scelta è caduta su una delle sue più diffuse – e gustose – varianti, apprezzata in Italia e nel mondo: il raviolo.
Tanti grandi l’hanno amata: da Boccaccio, che la citò nel suo Decameron fino al pittore Giambattista Gaulli, che la gustava nelle pause tra un dipinto e l’altro. Il più celebre contributo, però, alla sua storia ed alla sua fama, fu dato da Niccolò Paganini. Li amava ripieni di “[…] vitella magra, poi si leva, si tritola e si pesta molto. Si prende un cervello di vitello, si cuoce nell’acqua, poi si cava la pelle che copre il cervello, si tritola e si pesta bene separatamente, si prende quattro soldi di salsiccia luganega, si cava la pelle, si tritola e si pesta separatamente. Si prende un pugno di borage chiamata in Nizza boraj, si fanno bollire, si premono molto, e si pestano come sopra. Si prendono tre ovi che bastano per una libbra e mezza di farina. Si sbattano, ed uniti e nuovamente pestati insieme tutti gli oggetti soprannominati, in detti ovi ponendovi un poco di formaggio parmigiano. Ecco fatto il pieno.”.
Oggi, però, non ascolteremo i consigli culinari di Paganini. Ebbene si: abbiamo preferito mettere da parte la carne in favore di una ricetta che tutti, ma proprio tutti possono gustare.
Oggi entriamo nella cucina di Camiria, food blogger di Una V nel piatto: proviamo, insieme a lei, questi deliziosi ravioli con crema di zucche e castagne al pesto di salvia.