Cibi che … contengono più nichel
Il nichel è un metallo argenteo abbastanza diffuso in natura. Viene normalmente estratto da specifici depositi minerali ma, data la sua diffusione, può trovarsi naturalmente anche negli alimenti.
Nonostante il nichel sia implicato in alcuni meccanismi fisiologici e quindi rivesta un ruolo importante per il corpo, si sente sempre più parlare dell’allergia a questa sostanza che colpisce un numero sempre più elevato di persone.
L’allergia può essere sia da contatto e, quindi, interessare la pelle, oppure da ingestione. Oggi, vediamo insieme quali sono i cibi che contengono maggiori concentrazioni di nichel e che sono a maggior rischio di scatenare una reazione nei soggetti sensibili.
– Cacao e cioccolato: purtroppo “il cibo degli dei” è uno degli alimenti che maggiormente ne contiene. Addirittura nel cacao amaro si arriva a 9,8 microgrammi, contro i 2,6 nel cioccolato fondente.
– Frutti di mare: sono molluschi, avvolti dalla loro conchiglia, dotati di importanti proprietà nutrizionali. Ma vongole, ostriche e cozze sono tra i mitili con il maggior contenuto di nichel.
– Anacardi e frutta secca: gli anacardi possono contenere fino a 5,1 microgrammi di nichel, ma anche nocciole, mandorle e arachidi ne contengono in buone quantità. La frutta secca, se consumata nelle giuste quantità, è una preziosa fonte di minerali, vitamine e acidi grassi polinsaturi, amici della nostra salute ma per chi è allergico al nichel è bene prestare una certa attenzione.
– Cereali: in particolare mais, miglio, avena e grani saraceno sono tra i cereali a più alto contenuto di nichel. Chi dovesse avere una sensibilizzazione al metallo dovrebbe quantomeno ridurne il consumo.
– Legumi: insieme al pomodoro, sono tra i vegetali che con più frequenza possono dare inizio ai sintomi dell’allergia al nichel. Tra i legumi a maggiore concentrazione di questo metallo abbiamo le fave, i piselli e le lenticchie.
– Cibi in scatola e bevande in lattina: vanno evitati tutti gli alimenti chiusi in queste tipologie di contenitori per evitare una possibile contaminazione dell’alimento dal contenitore (che potrebbe cedere al cibo il nichel).