L'esperto risponde: la soia fa male?
Circa la sicurezza alimentare della soia si sono sviluppate negli anni molte incertezze e perplessità, di frequente generate da informazioni poco trasparenti o complete.
In realtà, la soia in quanto tale è un legume e, come tutti i legumi, vanta numerose proprietà protettive: fornisce proteine vegetali dall’ottimo valore biologico (la soia contiene tutti gli aminoacidi essenziali), apporta fibre, grassi polinsaturi, minerali (tra cui calcio, ferro e potassio) e vitamine (in particolare vitamina B3 e acido folico).
Il consumo di fagioli di soia, a patto ovviamente che non sussista un’allergia alla soia stessa, dovrebbe fare parte di una sana alimentazione: in una dieta equilibrata, i legumi dovrebbero essere portati in tavola 3-4 volte a settimana, avendo sempre premura di variare le scelte e includendo, perché no, anche questo celebre legume orientale.
Se i prodotti fermentati a base di soia, come natto, miso, tofu e tempeh, conservano buone proprietà nutrizionali, lo stesso non si può dire per i prodotti più “occidentali” a base di soia, che sono molto meno salutari (non tanto per la presenza di soia, quanto per la “contaminazione” di altri ingredienti): le bevande o gli yogurt di soia sono spesso molto ricchi in zuccheri, per cui è bene accertarsi di leggere l’etichetta e scegliere prodotti al naturale, senza aggiunta di sostanze dolcificanti e aromi; gli hamburger a base di soia sovente sono ricchi in sale o presentano un tenore elevato in grassi (e non sempre così “buoni”); la salsa di soia contiene molto sodio, quindi deve essere comunque usata con parsimonia, mentre gelati e dessert a base di soia, nella maggior parte dei casi, contengono quantitativi non trascurabili di grassi, anche saturi (provenienti ad esempio da olio di cocco), oltre a diversi additivi.
Pertanto, è fondamentale non fare di tutta l’erba un fascio, ma distinguere il consumo dei prodotti trasformati a base di soia da quello della soia vera, nella sua forma integra e originaria: la soia non può di certo assumersi le colpe per i “reati” perpetrati da un eccesso di zuccheri, grassi saturi e sale.
La soia è un legume multiforme, cardine della cucina orientale: per usufruire delle sue proprietà nutritive è bene consumarne i fagioli – reperibili in diverse varietà – o i derivati fermentati
Altro argomento molto dibattuto e accentratore di timori è la posizione della soia nei confronti di alcune patologie, come il tumore al seno o alla prostata: la paura si è diffusa in seguito al sospetto che le cellule tumorali sensibili agli ormoni potessero evolvere più rapidamente in seguito alla somministrazione di fitoestrogeni, molecole vegetali dall’azione simile a quella degli ormoni femminili contenute anche nella soia.
In realtà, i fitoestrogeni hanno sì una struttura molto simile agli estrogeni, ma non è detto che stimolino le stesse reazioni: tutti gli ormoni, per poter innescare una risposta biologica, devono legarsi ad un recettore specifico ed è vero che i fitoestrogeni possono legarsi ai recettori degli estrogeni, ma non necessariamente mediano gli stessi effetti. In particolare, quando gli estrogeni in circolo sono troppo abbondanti, i fitoestrogeni della soia agirebbero contrastando l’azione degli ormoni endogeni, mentre nel caso in cui gli estrogeni siano carenti, l’effetto delle molecole della soia sarà pro-estrogeni.
E’ stato infatti osservato che il numero di casi di tumore al seno è molto inferiore tra le donne orientali, avvezze a consumare soia fin dalla tenera età, anche se va ricordato che il tumore è una malattia multifattoriale e quindi entrano in gioco numerosi e diversi aspetti, dal cibo alle condizioni ambientali, dalla genetica fino allo stile di vita; tuttavia, il consumo di soia nella sua forma nativa (quindi nelle vesti di fagioli) o fermentata sembra svolgere un ruolo protettivo nei confronti di questa grave malattia, oltre ad essere di sollievo per le donne che accusano in maniera importante i sintomi della sindrome premestruale e della menopausa.
Non va comunque trascurato che, in presenza di precise condizioni cliniche o in corso di determinate cure e terapie (ad esempio in corso di chemioterapia o in caso si assumano farmaci per l’ipotiroidismo), è sempre bene richiedere il parere del proprio medico: in alcune situazioni, infatti, è indicato sospendere l’assunzione di soia per non interferire con l’azione dei principi attivi del farmaco.
Dunque, non vi sono evidenze che la soia in sè mini lo stato di salute o promuova l’insorgenza di determinate patologie; anzi, essa dovrebbe fare parte di un regime alimentare equilibrato, facendo sempre le opportune distinzioni in base a modalità di consumo e peculiari necessità di cura della persona.
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